SOCIETÀ E POLITICA

Sono le donne migranti a trainare la crescita demografica
 
Se non ci fossero gli immigrati, l'Italia sarebbe un paese a crescita quasi zero. 
A dirlo, come sempre, sono i numeri. Ma, se non si è troppo distratti, basta guardarsi intorno. Camminare per le strade, non abbassare lo sguardo quando si incrociano i propri simili, respirare a pieni polmoni l'aria del cambiamento. 
Durante l'estate, quando le città si svuotano, la nuova fisionomia dei nostri centri urbani è ancora più evidente. Mentre gli autoctoni - chiamiamoli così cercando con tale termine una definizione il più possibile neutra - sono in vacanza, i nuovi italiani restano ad abitare le strade che solo fino a dieci anni fa, in particolare nel mese di agosto, erano di proprietà quasi esclusiva degli anziani. Mentre questi ultimi si barricano spesso in casa perché non riconoscono più i volti e gli odori dei luoghi in cui sono nati, le lingue più diffuse nelle città diventano quelle africane, asiatiche e dell'Est Europa. 
Del resto, basta sfogliare gli  ultimi dati diffusi dall'Istat, l'istituto nazionale di statistica. Alla fine del 2010, a cui si riferiscono le rilevazioni più recenti, erano ben 4 milioni 235 mila 059 gli stranieri residenti sul territorio italiano. Di essi, 2 milioni 171 mila 652 le donne. Ma il dato che più dà l'idea di quella che sarà l'Italia del futuro è quello che  riguarda le nascite. Se, complice la crisi economica e le deludenti aspettative di vita, le italiane fanno sempre meno figli, gli immigrati contribuiscono notevolmente alla crescita demografica del paese. Basti pensare che lo scorso anno sono venuti alla luce 75 mila 983 bambini figli di genitori di origine straniera. Se si considera il fatto che al 31 dicembre 2010 nello Stivale risiedevano 60 milioni 626 mila 442 persone, la cifra è più che mai significativa tenendo anche conto del fatto che i neonati figli di genitori italiani, nello stesso periodo, sono stati appena 48 mila 586.
In conclusione, la popolazione residente ha registrato un incremento di 286.114 unità (+0,5%) rispetto all'anno precedente ma tale crescita è dovuta quasi esclusivamente alle migrazioni dall'estero. Il movimento naturale della popolazione rimane però negativo. Sono nati cioè quasi 7 mila bambini in meno rispetto all'anno precedente, un calo che si pone in continuità con quello già registrato nel 2009. Volendo fotografare la progressione di tale incremento si può, infine, sottolineare come ogni mese del 2010 all'anagrafe sono stati iscritti circa 38 mila nuovi residenti provenienti dall'estero e concentratisi sopratutto nelle regioni del Nord e del Centro Italia. Se non fosse per chi sceglie di abbandonare il proprio paese per trasferirsi nel nostro, insomma, l'Italia si trasformerebbe in un grande ospizio per la terza età, sempre più longeva e sola.

(Alessandra Testa)